giovedì 27 dicembre 2007

Do you speak Trancorio?

Oggi la rubrica si sposta a Mompiano, una frazione di Brescia, in cui alligna un linguaggio simile al francese "Verlan": il Trancorio. Mi scrive Nevio, che a Mompiano ha passato infanzia e adolescenza: "Penso che tutti i ragazzi di Mompiano hanno dovuto cimentarsi con il trancorio, ovvero anagrammando più o meno liberamente le parole". Nevio, che si firma anche "Vionne", sostiene che il primo passo consiste nell'invertire le sillabe in modo che la parola di partenza si ottenga ripetendo più volte la parola di arrivo. "Cane" diventa "neca" (ovvero "necca"). L'intercalare locale, "Pota", diventa allora "tapo" ? Prosegue Nevio: "poi ci sono tutte le eccezioni, che secondo me non seguono una logica ma piuttosto cercano di ottenere un anagramma musicale: pizza --> zappi --> uappi; scarpe --> persca --> uersca".

"Trancorio" è il termine, in trancorio, per "contrario"; esattamente come in Francia, "verlan" è il termine che si usa in Verlan per dire "l'envers" (il contrario, appunto). Un nostro gioco simile è quello dei "rotori anagrammatici".

Nessuna notizia (ma "notizia", in trancorio, si dirà "Tiziano"?) in Aga Magéra Difura di Albani e Buonarroti, né nell'Enciclopedia dei giochi di Giampaolo Dossena, né nel classico Le lingue inventate di Alessandro Bausani, anche se tutti mettono in luce il fatto che frequentemente le lingue inventate dai ragazzi si fondano su inversioni, soprattutto sillabiche.

Altre notizie arrivano invece da altri lettori. Per la serie: "non solo Mompiano" linguaggi analoghi al trancorio si sono sviluppati altrove, in particolare a Trieste (Trieste dà sempre soddisfazioni, in questi casi: e se voi mi leggete il 2 luglio io sto scrivendo il 16 giugno, data cara ai cultori di quel triestino adottivo che rispondeva al nome di James Joyce).

Per la serie "Non proprio Mompiano", alcuni lettori mettono i puntini sugli I. Per esempio, Bruno Tonelli: "Dire che il Trancorio sia una parlata tipica di Mompiano è inesatto. Il Trancorio era ed è parlato soprattutto negli ambienti delle scuole superiori del nord della città (in particolare il liceo Calini e gli istituti tecnici Abba e Ballini).... Bello è infatti magari nel pullman della gita scolastica urlare "quella tappuna della feppro di temma", con una ottima probabilità di non essere compresi dalla stessa. Grammaticalmente credo che si applichi solo ai sostantivi, non so invece se la regola del raddoppio della consonante (mate=temma) valga sempre".


(2 luglio 2004)

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